Sembra incredibile, ma non solo su Etteilla, padre della Cartomanzia si sa davvero poco, i più ignorano addirittura la sua esistenza.
Per quanto possa sembrare strano, la vita del più famoso cartomante di tutti i tempi è avvolta nella quasi totale oscurità. Solo alla fine degli anni Novanta, infatti, è stata compiuta una ricerca che ha permesso di tracciare una biografia abbastanza precisa di questo affascinante personaggio.
Etteilla padre della cartomanzia
Per me Etteilla è una figura molto importante, è proprio con le carte inventate da lui, Il Libro di Thot o Grand Etteilla, che ho imparato a leggere i Tarocchi, perciò gli sono molto affezionata.
Approfondendo la storia della Cartomanzia ho scoperto che Etteilla non è solo il mio “padre spirituale” ma il padre della Cartomanzia come la conosciamo oggi. Il primo a teorizzare che i Tarocchi fossero l’antico Libro di Thot fu Court de Gebelin, nel suo trattato Monde Primitif; nel suo libro De Gebelin spiegava anche che i Tarocchi erano uno strumento divinatorio e dava brevi e semplici istruzioni per usarli. Tuttavia, Etteilla, suo contemporaneo approfondì le teorie di De Gebelin portandole a conoscenza del grande pubblico; ha anche fissato i significati degli Arcani Minori. Sempre ad Etteilla si deve il fatto che i Tarocchi abbiano un significato al diritto e uno al rovescio.
Perfino il nome “Cartomanzia” lo dobbiamo a lui. Quando dico che è Etteilla è il padre della Cartomanzia, intendo letteralmente. In pochi lo sanno ma il primo ad usare questa parola fu proprio lui; a dire il vero il termine che utilizzò per primo fu “Cartonomanzia”, divenuto in breve tempo “Cartomanzia.
Il dibattito sul Libro di Thot
È impossibile, al giorno d’oggi, avere un’idea precisa della reazione dell’opinione pubblica francese in seguito alla “riscoperta” del Libro di Thot da parte di Antoine Court de Gebelin e alle sue rivelazioni riguardanti i significati religiosi e divinatori dei Tarocchi. In quegli anni la Francia, e Parigi in particolare, era una pentola che ribolliva di idee, energie, sentimenti contrastanti, discussioni e filosofie che andavano dalla politica (siamo alle porte della Rivoluzione Francese) alle scienze.
De Gebelin era un personaggio influente e l’articolo apparso nell’ottavo volume di Monde Primitif provocò un acceso dibattito che si estese anche al di fuori delle logge paramassoniche i cui membri si dedicavano al recupero di antiche dottrine esoteriche. Si conoscono, infatti, interpretazioni diverse che smentivano le affermazioni dell’archeologo massone; alcune si basavano su considerazioni diametralmente opposte a quelle di court de Gebelin; altre annunciavano l’esistenza di misteri ancor più profondi.
Tra questi ultimi merita una particolare considerazione Jean Baptiste Alliette (1738-1791) che fu il primo a sistematizzare l’uso divinatorio dei Tarocchi e a trasformare le figure per farle aderire alle loro presunte origini egizie, dando il via a una moda che da allora è sempre stata in auge.
Etteilla, il divino cartomante
Negli anni ’80 dell’agitato XVIII secolo parigino, chi avesse avuto la ventura di passeggiare per le strade che di lì a poco avrebbero ospitato le turbolenze rivoluzionarie, scorrendo con lo sguardo i muri, avrebbe notato dei manifesti che pubblicizzavano qualcosa di veramente singolare.
I manifesti in questione facevano riferimento infatti ad un noto cartomante che, nella Parigi della nouvelle philosophie illuminista, in quei tempi agitati, avrebbe presto acquisito una tale fama da aprire una vera e propria scuola di magia e da presiedere anche una società di cartomanti.
Molti passanti vandalizzavano, imbrattavano o utilizzavano i manifesti per scrivervi motteggi e facezie più o meno ingiuriose, qualcosa cui siamo anche oggi abituati. Il cartomante si arrabbiava moltissimo per questi piccoli atti vandalici, e, sbottando di rabbia nei suoi pamphlets, in cui ai principi delle sue Hautes Sciences egli intercalava i listini prezzi per le sue consultazioni, arrivava ad invocare sul capo dei beffardi piccoli vandali addirittura la pena di morte!
Da Jean Baptiste Alliette a Etteilla
Il signor Jean-Baptiste Alliette, poiché è lui il nostro cartomante, era infatti, per tutte le cose riguardanti la sua discussa professione, un carattere forte e facilmente incline alla collera.
Egli si presentava ai suoi contemporanei con l’esotico pseudonimo di Etteilla, ricavato dall’inversione del proprio cognome, e con tale pseudonimo esercitava la sua controversa attività e firmava una gran quantità di opuscoli e libri, che contribuirono non poco al suo straordinario successo.
Figlio di un rosticciere, Jean Baptiste Alliette (il rosticciere aveva poca fantasia, diede lo stesso nome, il suo, anche al primogenito) e di Marie-Anne Bautray. Nel 1758, Jean Baptiste padre morirà, rimasta vedova Marie-Anne Bautray si dedicherà al commercio di granaglie almeno fino al 1769. Il giovane Jean Baptiste aiuterà la madre nel lavoro ed erediterà la sua bottega ma il destino aveva per lui altri piani.
Nel 1763, sposa Jeanne Vattier; un matrimonio infelice tanto che Etteilla soprannominerà sua moglie “Santippe” – con riferimento alla nota moglie di Socrate, presunto archetipo di tutte le mogli bisbetiche. Nel 1767, infatti, i coniugi metteranno fine alla loro sofferta unione separandosi. È a questi anni che si fanno risalire le sue prime esperienze cartomantiche.
La prima pubblicazione
Nel 1770 risale la prima pubblicazione: “Etteilla, ou maniere de se récréer avec un jeu de cartes / par M.***,” Amsterdam; Paris: Lesclapart, 1770 (Etteilla, o la sola maniera di tirare le carte). In questo volumetto egli spiega un semplice metodo per leggere il futuro con un jue du piquet, cioè con il comune mazzo a semi francesi ridotto a 32 carte. Questo libretto ebbe un discreto successo e negli anni seguenti fu ristampato varie volte con titoli diversi.
Il successo del libretto fu tale che presto Etteilla creò un vero e proprio mazzo di carte da allegare al suo manuale, il Petit Etteilla. In realtà, a quel tempo il nome originale del mazzo era solo Etteilla, si cominciò a chiamarlo Petit per distinguerlo dal Grand Etteilla, il mazzo di Tarocchi che creerà qualche anno dopo.
Le stese cartomantiche
I Tarocchi di Alliette si distanziano metodologicamente dalla cartomanzia precedente per il loro carattere sistematico. I cartomanti antecedenti, quelli che da sempre predicevano al popolo la ventura con i mazzi in uso, usavano estrarre una carta per volta; il grande Etteilla invece sistemava i suoi tarocchi in piano, disegnando una mappa di relazioni simboliche e numeriche, un paesaggio di segni da interpretare. Le sue carte sono antichissime, risalgono nientemeno che agli antichi Egizi, e costituiscono le pagine del prezioso libro di Thot, il libro della scienza assoluta.
Fama parigina e d’Oltralpe
Insomma, dobbiamo ad Etteilla l’esistenza delle stese divinatorie, anche se abbiamo rischiato di non conoscere mai questo eccezionale cartomante.
Nonostante ciò, la fama di Etteilla restò sempre limitata a Parigi e alle sue immediate vicinanze; solo negli ultimi anni di vita, infatti, il cartomante ottenne un riconoscimento più ampio grazie alla pubblicazione della “Maniera di ricrearsi con il gioco di carte chiamate Tarot”, che uscì sotto forma di cinque quaderni tra il 1783 e il 1787.
Quest’opera, oltre alle teorie sul Libro di Thot, cioè sui Tarocchi, contiene alcune informazioni utili sull’autore che è bene riportare. Per esempio, riferendosi allo studio di court de Gebelin, Etteilla afferma di averlo preceduto di almeno vent’anni dato che tra il 1757 e il 1765, assieme a un vecchio piemontese, un certo Lamballe, aveva intrapreso lo studio del “libro egizio” e della scienza sacerdotale in esso contenuta. Inoltre, Etteilla dice di aver scritto in quegli stessi anni uno studio sulla Papessa grazie al quale, nel 1777, a Francoforte sul Meno, gli fu conferito (non si sa da chi) il titolo di “Astro-phil-Astres” (stella amante delle stelle).
Tra ispirazione e originalità
È possibile che Etteilla si fosse affiliato a una delle tante società segrete di ispirazione egizia che fiorivano in quell’epoca, ma forse non tutte le sue affermazioni rispondevano a verità.
In ogni caso, le idee fondamentali sui Tarocchi contenute nella “Maniera di ricrearsi” sono le stesse espresse da Court de Gebelin: il gioco dei Tarocchi è un antico libro egizio, il leggendario Libro di Thot, le cui pagine contengono il segreto della creazione del mondo e del divenire della razza umana.
Etteilla aggiunge che il Libro di Thot vide la luce durante un convegno di 17 maghi presieduto da Hermes Trismegistos; poi fu inciso su lamine d’oro che vennero poste attorno al fuoco centrale del tempio di Memphis e infine, dopo varie vicissitudini, “vili incisori medievali” lo riprodussero malamente; perciò il Libro di Thot aveva bisogno di molte correzioni. Su queste basi Etteilla descrisse le figure “vere” dei Tarocchi.
Nuove pubblicazioni
All’Etteilla, ou maniere de se récréer avec un jeu de cartes, segue, due anni dopo, Le zodiaque misterieux, ou les oracles d’Etteilla (Lesclapart, Amsterdam et Paris, 1772), una raccolta di previsioni oracolari che, come qualunque lettore abbia la minima dimestichezza con la scienza astrologica può facilmente notare, con l’astrologia ha ben poco a che fare.
In apertura al libro vi è descritta una visione dai densi contenuti simbolici, che testimonia già una tensione verso un’idea più ampia delle hautes sciences. Nei decenni successivi Etteilla svilupperà ulteriormente questa tensione e le idee che saranno la base per la sua scuola di magia. Una piccola brochure anonima, la Lettre sur l’oracle du jour, che si tende ad attribuire alla penna di Alliette, esce lo stesso anno sotto la firma di una Duchesse de ***.
In questo periodo dobbiamo necessariamente pensare che le cose del nostro mago stessero volgendo al buono; l’anno successivo Etteilla pubblica una ristampa rivista ed accresciuta del suo primo libro, indizio di un crescente successo pubblico: “Etteilla, ou la seule manière de tirer les chartes; revue, corrigée et augmentée par l’auteur sur son premier manuscrit” (Lesclapart, Paris et Amsterdam 1773).
La fama non placa la fame
Tuttavia, nonostante questi segni di successo, alla pubblicazione del 1773 seguono ben dieci anni di silenzio editoriale.
Le carte non erano ancora un business sufficiente a sfamare la famiglia, perché in questo periodo Jean-Baptiste mette su l’atività di commerciante di stampe. Il nome di un Alliette commerciante in stampe antiche ricorre in diversi documenti d’epoca a Parigi, tra il 1768 ed il 1769.
Verso il 1772 egli esercita a Strasburgo (abbiamo la sua stampa di un Lotto des indiens… Extrait des récréations algébriques d’Etteilla recante la data 1772 e l’indirizzo dello Stampatore «chez Alliette, bourgeois et marchand d’estampes à Strasbourg»). Nel 1777 nei registri cittadini è rimasta traccia del suo pagamento di 103 fiorini e 5 scellini per l’acquisto della cittadinanza; negli archivi il suo nome è presente in un registro della corporazione dei commercianti di stampe datato 1779. Nell’edizione del 1781 del medesimo registro di corporazione, egli risulta come “membro non più residente”.
Prima del 1781, infatti, abbandona Amsterdam per ristabilirsi a Parigi. Del resto, se c’è un anno che segna in maniera rilevante una svolta nella biografia di Jean-Baptiste, è proprio il 1781.
Vi do perciò appuntamento a sabato prossimo con la seconda parte sulla vita di Etteilla, il padre della Cartomanzia.
Nec spe, nec metu
Irene Angelini
(Bimbasperduta)
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