La Cartomanzia è davvero solo l’arte di predire il futuro? Il suo utilizzo è da relegarsi esclusivamente a salotti, bar e banchetti improvvisati per strada o, come diceva Eliphas Lévi, i Tarocchi sono una macchina filosofica? La verità, come sempre sta nel mezzo: la Cartomanzia è un’arte divinatoria e, come tale, è da intendersi una pratica sacerdotale, un servizio che mette in comunicazione umano e divino, tuttavia essa è una delle mantiche più moderne, non solo da un punto di vista cronologico (è nata nel XVIII secolo) ma anche concettuale, essa dunque, sintetizza il moderno rapporto tra gli uomini e gli Dei dando accesso ad un tipo di spiritualità più democratica, come dice il titolo della conferenza “universale” in altre parole aperta alla sperimentazione di tutti, o quasi.
Sabato 4 Maggio h.14.30
Sala Conferenze
Strigarium 2019 Costa Volpino (BG) (loc. Bersaglio)
Ingresso gratuito
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La Cartomanzia è un arte spesso fraintesa, utilizzata con leggerezza o addirittura disprezzata. Nell’immaginario comune, il cartomante è poco più di un ciarlatano che poco o nulla sa di esoterismo e che si limita a voltare le carte per leggere il futuro. Questo immaginario collettivo ha portato spesso gli esoteristi che si sono occupati di Tarocchi a prendere le distanze dalla cartomanzia vera e propria ricorrendo a numero di funambolismo intellettuale davvero eccezionali e difficili dato che, al di là di tutto questi dotti stavano scrivendo, spiegando e praticando la cartomanzia. Il più bravo di questi funamboli è senza dubbio Jodorowsky che è arrivato ad inventare un termine per distingue la cartomanzia dai percorsi di consapevolezza e studio esoterico che lui ha chiamato “tarologia”.
La realtà dei fatti è che dal Wirth a Papus e da Waite a Jodorowsky, tutti loro hanno semplicemente praticato la cartomanzia o almeno io spero che sia così.
Nei suoi primi secoli il cattolicesimo ha dovuto ingaggiare una durissima lotta contro le pratiche religiose e spirituali pre cristiane oggi raggruppate sotto il termine “paganesimo”, gli oracoli e le relative tecniche erano parte fondamentale dei singoli culti ed ecco che la setta cattolica si scagliò con forza contro tutti i tipi di divinazione e ottenne che il termine divenisse sinonimo di oscurità, imbroglio, profano. Diversamente da da altri campi, in questo caso la Chiesa Cattolica fece un lavoro ad opera d’arte tanto che ancora oggi difficilmente le persone associano la pratica divinatoria al sacro ma in realtà la divinazione e tutte le sue tecniche non sono altro che un modo per parlare con gli Dei e seguirne la Via, i suggerimenti e i consigli.
La Cartomanzia non fa eccezione alcuna, è solo l’intervento divino a disporre le carte nel mazzo e a permetterci di trarne un responso non solo sensato ma perfettamente combaciante alla realtà del consultante.
Il Cartomante, quindi, è da considerarsi alla stessa stregua dei sacerdoti degli antichi oracoli e in quest’ottica dovrebbe esercitare la sua arte, come un servizio al Dio o alla Dea sebbene oggi non gli sia più richiesto di andare a vivere nel centro dei boschi o tra le mura di templi isolati.
La Cartomanzia è, per la sua storia e per la sua stessa tecnica una mantica in grado di fare da ponte tra l’antica divinazione e quella moderna, lasciando inalterati i valori di riferimento della divinazione classica ma inserendoli in un contesto più moderno e dinamico a partire dai simboli che utilizza.
E’ di questo che ci occuperemo nel corso della conferenza, cercheremo di comprendere cosa significhi davvero praticare la cartomanzia sia a livello pratico sia a livello spirituale e come essa abbia influenzato la cultura popolare e sia stata percepita nei secoli.
Nec spe, nec metu
Irene Bimbasperduta
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