Diversamente da quanto crediamo, la Caffeomanzia non è una variante della Tasseomanzia bensì una sua braca dalla quale la lettura delle foglie di tè ha avuto, in un certo senso, origine. Come il caffè, la Caffeomanzia è una mantica di origine araba talmente antica che la sua storia si perde nel buio del tempo ancestrale del quale ci restano solo leggende misteriose sulla sua origine.
A quanto pare, quando la bevanda del tè si affermò le signore dei “salotti bene” presero in prestito i riti e simboli dalla Caffeomanzia per utilizzarli con la nuova bevanda alla moda. In realtà i veri riti di quest’atre erano tenuti segreti, perciò le dame che sicuramente avevano consultato qualche indovino che aveva loro predetto il futuro con il caffè ripeterono il rito in modo più spartano, andando subito al dunque e cercando subito la risposta ai loro quesiti.
Come sapete io sono una fissata con la storia e con i riti originari, il significato dei gesti e la sacralità del rito divinatorio e così sono andata cercare tutto ciò per riportare il rito della Tasseomanzia se non proprio agli antichi fasti almeno per ridare e ritrovare spessore in questa pratica oggi associata alle banali chiacchiere da salotto, perciò ho inserito nel mio rito di Tasseomanzia alcune caratteristiche tipiche della Caffeomanzia araba antica anche quando leggo solo le foglie di tè.
A questo punto non mi resta che condividere e diffondere la ricchezza che ho trovato non solo attraverso i seminari (terrò un seminario di Tasseomanzia a Strigarium) sia attraverso le notizie sul blog, anzi, vi confesso che tengo quasi di più alla diffusione di questo tipo perché contribuisce ad ampliare maggiormente questa ricchezza, confido nel fatto che ciascun lettore potrà farla propria, approfondire le conoscenze, implementare tutto nel suo rito divinatorio e condividendo le sue esperienze contribuire alla formazione di una divinazione più seria, professionale e soprattutto più sacra.
Le leggende sulla Caffeomanzia sono moltissime, io ho deciso di raccontarvi una delle più belle: conserva tutto il fascino delle favole arabe con spiriti di donne bellissime che appaiono nel deserto e palazzi sontuosi e viaggi solitari tra le dune assolate. Non solo, nella storia sopravvivono gli echi delle religioni pre-islamiche le cui usanze sopravvivono tra le tribù nomadi. La leggenda, infine, stabilisce il rito corretto della Caffeomanzia presso i popoli del deserto, primo fra tutti che questa sia una mantica sacra, donata da… dagli “spiriti benevoli” e riservata esclusivamente alle donne.
La nascita leggendaria della Caffeomanzia
In un epoca lontanissima, un uomo stava errando disperato attraverso una pianura. Era molto angosciato a causa della sua vita difficile e piena di tristezze, da molto tempo aveva chiesto a Dio un aiuto, affinché le sue tribolazioni terminassero.
– Signore – pregava camminando – mi hai tolto ogni cosa. Avevo una ricca casa ed a causa dei miei nemici l’ho perduta; avevo una moglie bellissima ed affettuosa e, purtroppo, è stata uccisa nella lotta! …Avevo due bei bambini, la femmina era la luce dei miei occhi, il maschio la gioia dei miei giorni, nulla mi è rimasto, perché sono stati bottino di guerra! Che cosa mi resta ancora da perdere? Solo più la mia vita, ma tu non la vuoi…
Lamentandosi e piangendo, era giunto accanto ad un cespuglio dalle foglie verdi, coperto da strane bacche, e vi si era seduto accanto continuando a versare le sue lacrime, in preda ad una disperazione sempre più cupa.
– Come farò a sopportare la vita? … Non credo più a nulla, non desidero più niente! … Ah, se solo potessi rivedere i miei figli o, almeno, saperli felici…
Il sole era ormai tramontato, le stelle fiammeggianti illuminavano la notte africana, facendo da cortigiane alla luna piena, che troneggiava immensa in quel cielo immenso e misterioso.
L’uomo era caduto in un sonno così profondo da sembrare la morte… d’improvviso una brezza strana riempì quel piccolo spazio, una figura leggiadra di donna bellissima ed esile dai grandi occhi sognanti illuminò la piccola pianta. L’uomo fu destato di colpo da quella luce.
– Chi sei?… – domandò – sei forse venuta a prendermi per condurmi dalla mia adorata compagna? Se è così, prendimi pure, non aspetto altro!
– No, tu desideri ancora una cosa… – rispose sorridendo la figura gentile – guardami bene, sono io quella che tu vuoi rivedere…
– Amata mia! Come sei bella! Sembri ancora viva…
– In effetti lo sono, tu hai solo perso il mio corpo, ma io ti seguo, nel mio spirito, da sempre e ti ho sentito molto soffrire e piangere, eccomi: sono qui per aiutarti. Non è giusto che tu muoia adesso, farai del bene ancora a tanta gente e saprai guidare i tuoi due figli ed i figli dei tuoi figli…
– Ma tutto ciò come può essere, se non so dove si trovano?
– Le tue lacrime hanno colpito il mio cuore ed ho pregato molto per te. Ti è dato di rivederli.
–Ma come?
– Per tre giorni e tre notti purificati e prega, senza toccare cibo, la quarta notte dormirai sopra pelli d’agnello che non abbia mai toccato erba, sotto ad una tenda bianca, io verrò di nuovo e ti parlerò…
Detto questo la figura scomparve e l’uomo si ritrovò completamente solo, sotto lo sguardo discreto della luna. I suoi occhi si chiusero e dormì senza sognare.
Il mattino seguente, si diede a cercare le pelli di agnellino che non avesse toccato erba e tela bianca per la tenda, passarono sette giorni, prima che avesse potuto avere tutto e per pagarli diede tutto ciò che gli era rimasto in denaro e altri oggetti, ormai possedeva solo ciò che indossava. Si recò quindi in un’oasi ed incominciò a pregare, sempre fissando il cielo, pianse e pregò senza mai smettere per tre giorni e tre notti.
La quarta notte, montò la tenda bianca, gettò a terra le pelli d’agnellino, si coricò sopra e la fatica di quei giorni gli crollò addosso, i suoi occhi si chiusero immediatamente.
Si trovò in un meraviglioso castello, dalle colonne candide e le pareti meravigliosamente ornate di finissimi fregi e preziosi tappeti. La sua donna gli venne incontro e con un cenno della mano lo incitò a seguirlo fino davanti ad un trono, dove un vegliardo dagli occhi felici ed una lunga barba candida lo salutò contento.
– Finalmente sei arrivato, cominciavamo a disperare della tua visita! Siediti davanti a me e rifocillati, sei molto stanco.
L’uomo accettò di buon grado l’invito, bevve e mangiò vicino alla sua donna, in mezzo ad una musica soave e a belle danzatrici.
Quando ebbe finito il vegliardo cominciò a parlare
– So che cerchi i tuoi due figli, l’unico tesoro che desideri riavere.
– E’ vero, non voglio altro.
– Li riavrai, devi ancora superare alcune prove, noi ti daremo il modo di farlo.
– Ditemi quali sono e le supererò!
– Quando la luna coprirà il suo volto, recati presso il cespuglio presso il quale ti sei fermato per piangere, dove hai visto per la prima volta la tua donna e raccogline i frutti. Mettili dentro al tuo braciere e arroventali, essi diventeranno neri come la notte. Lasciali raffreddare e non guardarli fino a che la luna non sorriderà nel suo pieno volto. Allora tu pesterai finemente quei frutti e la polvere la metterai a bollire, mentre bolle canterai sette volte il ringraziamento al tuo Dio. Verserai quindi un po’ del contenuto in una ciotola e ti raccoglierai in preghiera, quindi ne berrai il liquido, badando bene di non sorbirne il fondo, capovolgerai la tua ciotola su di un piatto e porrai su di essa la mano del tuo cuore; attenderai che si sia raffreddata. Poi prega ancora e voltala, guarda dentro il chiaro e lo scuro e vedrai scritto ciò che devi fare. Questa cosa tu la ripeterai ogni sette giorni. Ti porrai la domanda e bollirai la bevanda nell’acqua. Ma il fondo usato, tu non lo getterai, ma sempre ne aggiungerai dell’altro, poiché si consumerà, man mano che la tua strada sarà percorsa.
– Ma sarò capace io a leggere tali simboli?
– La preghiera darà a te le chiavi per capirli, abbi fede, e ciò che desideri si avvererà!
Un campanellino iniziò a suonare, la donna prese per mano l’uomo e lo condusse correndo verso l’uscita del palazzo, lo abbracciò teneramente, poi le porte di chiusero alle sue spalle.
Un vocio destò l’uomo all’improvviso, una voce gridò più forte delle altre, uscì e fu stupito di trovare tanta folla davanti alla sua tenda.
– Temevamo che tu fossi morto! E’ da molti giorni che non esci, hai avuto un sonno lunghissimo… sette giorni e sette notti.
L’uomo seppe che le genti di un villaggio vicino, vedendolo addormentato tanto a lungo si erano incuriosite e perciò, intorno alla sua tenda si era formato un piccolo mercato per venire incontro alle esigenze dei curiosi che aspettavano il suo risveglio. Stordito e meravigliato, l’uomo si fece condurre dall’anziano del villaggio per raccontargli il sogno e riceverne consiglio. Ricevuta da questi la benedizione partì alla ricerca del cespuglio dalle strane bacche.
Lo trovò e fece ciò che in sogno gli fu chiesto. Dopo aver montato la tenda bianca, si preparò all’interno ad eseguire il rito della lettura dei fondi di caffè. Bevuta le bevanda e rovesciata la tazza sul piattino lesse nei fondi:
“- Ecco che tu percorrerai una lunga strada. Vai verso Sud ed attraversa tre montagne, scendi in una valle, dove pascolano armenti e dove alcuni fiumi ne irrorano il terreno, vai là dove si incrociano questi due piccoli corsi d’acqua, lì troverai alcune tende, contane quattro ed entra. Là troverai le due persone che cerchi la femmina inginocchiata ai piedi di una vecchia dagli abiti preziosi, il ragazzo di guardia sulla porta. Fa uscire il tuo nome dalla bocca ed essi ti si getteranno ai piedi, non temere per la vecchia, il suo cuore è tenero.
Tre è il numero che leggi, tre sono le lune per cui dovrai viaggiare, prima di arrivare, incontrerai vento ed un pericolo.”
L’uomo si mise in viaggio all’alba, verso Sud. Ogni sette giorni interrogava così l’oracolo per controllare la sua direzione e gli eventi che lo avrebbero toccato in quel periodo ed evitò così molte difficoltà.
Finalmente, dopo la terza luna, giunse in vista del villaggio, contò quattro tende ed entrò, sulla porta il ragazzo lo fermò con la mano, in mezzo alla tenda, inginocchiata davanti ad una vecchia dagli abiti nobili stava una fanciulla, in atto servizievole. Egli disse il suo nome ed i ragazzi si gettarono ai suoi piedi chiamandolo padre.
La donna anziana gli chiese chi fosse e come avesse potuto giungere così lontano e trovare i due ragazzi, giacché il fatto aveva gettato in lei molto stupore. L’uomo raccontò quanto gli era successo, il sogno che aveva fatto e l’apparizione della moglie adorata. La donna anziana stette ad ascoltarlo con molto interesse, quindi per provare se ciò che stava sentendo fosse vero, gli chiese di leggere per lei i fondi della bevanda.
– Pensa intensamente a ciò che desideri, Signora e la risposta verrà, stanne certa – disse l’uomo. – Ecco, tu aspetti il ritorno di un giovane d’armi, è partito con cinque uomini e sette cavalli; dietro alla dune del deserto dodici nemici li hanno assaliti durante l’oscurità, i cavalli non sono più presso di loro, quattro uomini sono morti. Durante il ritorno con mezzi improvvisi, il quinto morirà, solo il giovane d’armi raggiungerà la tua casa, ma sarà gravemente ferito alla gamba, avrà perduto molto e per molto tempo dovrà essere curato.
La donna anziana si rattristò e raccontò che il maggiore dei suoi figli era partito per una spedizione di guerra, con un fratello e quattro suoi soldati. Dunque solo il più grande sarebbe tornato. Detto questo pianse.
Dopo qualche giorno il figlio arrivò febbricitante e quasi morto, era stato raccolto da una carovana ed alcune persone caritatevoli lo avevano condotto fino al suo villaggio.
– Ciò che tu sai vedere con questo liquido non deve restare segreto – disse la vecchia – tutti devono godere di questo oracolo, fermati presso di noi ed assistici.
– No, tornerò al mio paese, poiché i miei desideri si sono avverati.
– Ti supplico, se non puoi restare, dimmi come posso apprendere io questo oracolo.
– Chiederò alla mia cara moglie se ciò mi è permesso ed attenderò la risposta.
L’uomo si addormentò e la donna gli apparve in sogno.
– Tu insegnerai alla donna anziana la lettura del fondo di caffè, affinché sia propagata tra la gente di questo paese. Quando giungerai sul luogo dove un tempo sorgeva la nostra casa, ringrazia Dio per ciò che ti ha dato e dona questa potenza a nostra figlia, che dovrà trasmetterla alla sua primogenita e così sarà tramandata e giungerà fino ai confini della terra.
Passò quindi un lungo anno, in cui l’uomo presso la donna anziana spiegava e leggeva l’oracolo del fondo di caffè e, quando lo spirito gli disse che tutto era stato insegnato, con i suoi due figli ritornò al suo paese e fece ciò che gli era stato chiesto di fare. Dopo aver ringraziato il suo Dio per il dono ricevuto lo trasmise a sua figlia che lo trasmise alla sua primogenita, la quale, a sua volta, lo trasmise alla sua primogenita e così via fino ai giorni nostri e ancora così sarà fino alla fine del tempo.
Nec spe, nec metu
Irene Bimbasperduta
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