Il potere del Bagatto può aiutarci ad essere intraprendenti, realizzare i nostri desideri, conoscere e accrescere le nostre abilità.
Con alcune carte si entra subito in sintonia, con altre un po’ meno, per me, una di queste carte è stata il Bagatto; tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 è accaduto qualcosa: il potere del Bagatto si è rivelato a me. È di questo che voglio parlarvi oggi, del potere straordinario di questa carta e di come potete utilizzarlo per migliorare la vostra vita.
Il Bagatto di Salvador Dalì
In accordo con i principi artistici e filosofici su cui basò tutta la propria opera, nel primo degli arcani Maggiori Dalì utilizzò una fotografia di se stesso per simboleggiare l’incarnazione del principio creativo, la scintilla di energia che dà inizio alla vita.
Nel disegno che compare nell’Arcano, gli archi si innalzano fino a concentrarsi in un punto, un’immagine allegorica delle cattedrali gotiche che simboleggia la volontà forte che conduce al successo e l’importanza del destino nell’unione finale di tutte le forme di vita.
Le fiamme suggeriscono come la forza creatrice “maschile” possa portare alla trasformazione e persino alla distruzione. L’illustrazione daliniana dell’Arcano mostra diversi simboli costanti nell’opera dell’autore, in un atto di affermazione egocentrica e personale.
Tra i vari simboli si veda per esempio l’orologio fuso, che nell’opera di Dalì rimanda sempre all’eternità, o le bretelle bianche e la camicia, con disegni floreali dello stesso colore, simbolo del vuoto che si nasconde dietro azioni prive di significato.
Il pane e il vino che compaiono sul tavolo sono simboli cristiani della trasformazione, gli stessi che compaiono nell’eucarestia.
La pergamena avvicina la figura del Mago alla Papessa.
La posizione di Dalì nell’Arcano, con le braccia incrociate sul petto, indica che l’artista vuol far sapere che sta divulgando i suoi segreti più intimi, il che costituisce in realtà una contraddizione nel caso di chi ha scelto di mostrare il suo mondo interiore attraverso l’” esposizione” pubblica di una pittura sovraccarica di simboli.
Il pregiudizi sul Bagatto e sul suo potere
Questa interpretazione del Bagatto o Mago dipinto da Dalì, presente nell’Enciclopedia dei Tarocchi ed. De Agostini, evidenzia tutto il pregiudizio negativo di cui è culturalmente caricato questo arcano. I commentatori classici e moderni insistono sul Bagatto quale simbolo dell’Iniziato per non dover affrontare quello che considerano il lato oscuro della carta. Il suo senso più pratico, il lato umano che ne racchiude il grande potere.
Il retaggio medievale è in noi più presente di quanto siamo in grado di comprendere; la morale neoplatonica, esasperata dal cristianesimo, che vede il male e la malvagità nel successo è radicata in ciascuno di noi ben più di quanto crediamo.
Persino commentatori profondamente innamorati del Mago come Crowley non hanno fatto altro che confermare questa visione equivoca della Lama; hanno esaltato il Bagatto nella stessa misura in cui hanno voluto esaltare il proprio ego. Tutto questo ci porta a una domanda: chi è veramente il Bagatto e qual è il suo potere?
Iconologia del Bagatto
Chi segue il blog o la pagina facebook saprà ormai che, a mio parere, il significato delle carte, specie dei Trionfi, può essere appreso appieno solo se si studia la loro iconologia, in altre parole l’origine, la storia della loro iconografia: come si è arrivati alla carta disegnata così, per intenderci.
Per il Bagatto questo studio è particolarmente importante; la sua iconografia nasce dal ritratto di una figura molto comune nelle strade medievali: il Bagattegliere, o giocoliere.
Oggi, chiameremmo questa figura “prestigiatore”; nel Medioevo era solo uno dei tanti saltimbanchi tra i quali figuravano anche i giullari, gli attori, gli acrobati e tutta la progenie di artisti girovaghi spinti a vivere ai margini della società.
Nessun mago e nessuna strega nel medioevo
Nel Medioevo la gente non era stupida come vogliono farci credere i libri di scuola. La conoscenza scientifica e filosofica era tenuta in gran conto come il raziocinio; anche se erano davvero pochi a studiare, le persone razionali erano abbastanza perché si sapesse che il prestigiatore faceva sparire i bussolotti con un trucco e non con vera magia.
Tra l’altro, nel Medioevo alla magia si credeva meno di quel che siamo abituati a pensare; le streghe erano una credenza troppo radicata nella cultura pagana perché la Chiesa non cercasse di estirparne il ricordo. C’erano è vero, i processi, ma per eresia, contro chi predicava concetti diversi dai dogmi di fede.
Nel Medioevo le donne che dicevano di far cagliare il latte delle mucche prima che venisse munto erano ritenute pazze e mandate a casa, non bruciate al rogo; cominciarono a bruciarle dopo, nel Rinascimento, quando aprirono le università e la ragione venne esaltata.
Così, erano pochi coloro i quali credevano, sinceramente, che il giocoliere facesse scomparire nel nulla i dadi; in realtà era proprio la consapevolezza dell’esistenza di un trucco a creare nell’animo degli astanti meraviglia e sospetto, un po’ come avviene oggi. Non si spiegherebbe altrimenti il grande successo dei prestigiatori, persino di quelli di dubbio gusto e bravura!
Un meccanismo psicologico ancora oggi in atto
Nella morale Medievale non esisteva distinzione tra l’illusione artistica, teatrale e il volgare raggiro. Il giocoliere era tanto più bravo e il suo spettacolo tanto più apprezzabile quanto più egli era bravo ad ingannare i sensi degli spettatori. Ancora oggi molti non amano i prestigiatori per questo motivo; quanto meno provano vergogna nell’ammettere la sorpresa e la meraviglia davanti al loro spettacolo.
Sappiamo che il trucco c’è, in alcuni casi sappiamo addirittura qual è il trucco eppure ci meravigliamo, la mano continua ad essere più veloce dell’occhio.
Io sono una Bimbasperduta e posso stupirmi perfino dei conigli tirati fuori dal cilindro e delle donne tagliate a metà ma le persone adulte, serie e forti, quelle intelligenti no. Loro, non possono sopportare di farsi gabbare da un tizio che indossa uno smoking di lamé; non vogliono sentirsi sciocchi, infantili, persino poco consapevoli; così, senza neppure accorgersene fanno come la volpe e l’uva, dicono che il prestigiatore fa le bagatelle!
La donna e l’uomo medievale facevano la stessa, identica cosa, vivevano lo stesso identico meccanismo psicologico; la morale medievale, che considerava immorale creare illusioni, era solo una cassa di risonanza dei sentimenti e delle reazioni condizionate e inconsapevoli delle persone.
Cambia la tara ma non la morale
Oggi, il Bagatto dei Tarocchi è appesantito da un’altra tara d’immoralità: il successo. L’ambizione, l’aspirazione a grandi risultati, l’autoriconoscimento delle proprie capacità, sono tutte cose percepite come immorali. Badate bene, non sto dicendo che ci sia una campagna palese contro tutto questo, è più un condizionamento sordo, sottile.
Ambizioni lecite e illecite
Fateci caso, al Bagatto è concesso aspirare solo a risultati grandiosi in campo spirituale; può essere il numero 1 ma non deve volerlo; deve sentirsi uguale agli altri, guai a dire di avere delle abilità che ci distinguono! No, dobbiamo sentirci tutti uguali, uguali, livellati! Guai a dire che la nostra opinione, in un determinato campo del sapere o dei milioni d’interessi umani vale più di chi, di quel settore non sa un tubo. No.
Complici Maria De Filippi, Barbara D’Urso e tutto il circo dei talk show & co., l’opinione della sciura Pina sull’esecuzione del Lago dei Cigni deve valere quanto l’opinione di Alessandra Ferri!
Il valore dell’umiltà
La verità è che abbiamo frainteso il valore dell’umiltà e il significato di sacrificare l’ego. Viviamo in una società fortemente egoica e spesso, proprio i maestri spirituali sono malati di questa malattia che ci porta ad incarnare il vero lato oscuro del Bagatto: la maschera della falsa modestia, della millanteria e della cialtroneria. Oggi scopriamo il potere creativo del Bagatto, i rischi, i pericoli, le maschere le considereremo un altro giorno.
Il Bagatto è una carta che, con il numero 1 imprime una separazione netta tra sé e gli altri. E’ individualista, il Bagatto! Afferma, nel bene e nel male il nostro diritto ad esprimere la nostra unicità; la nostra specialità intesa sia come peculiarità sia come abilità che ci distingue da tutti gli altri e crea, benedetto sia: stupore.
Non solo, il Bagatto questo stupore cerca di crearlo e ricrearlo continuamente, non si accontenta mai, è una carta lunare fa e disfa continuamente, agisce in fretta, è sempre uno, sempre sulla riga di partenza per il prossimo scatto felino, la mente sempre sul podio più alto, non esistono secondi posti.
Il potere del Bagatto
Il potere che il Bagatto sa darci è la spinta ad essere la versione migliore di noi stessi. È l’entusiasmo per i nuovi progetti, la forza, l’energia di fare un mucchio delle nostre vincite e giocarle tutte insieme in una mano sola e perdere, e non fare fiato della perdita e ricominciare di nuovo a costruire.
Citando ancora Kipling il Bagatto è la capacità di contemplare tutto quello che abbiamo costruito, distrutto e piegarci e ricostruirlo di nuovo con arnesi logori e vincere per Dioniso! Vincere ancora e ancora. Perché quando il Bagatto non vince impara, non perde mai! L’altro potere del Bagatto, infatti, è la sua capacità di acquisire, accrescere e affinare in modo esponenziale la propria abilità, non a caso esso è rappresentato nei Tarocchi storici anche con figure di artigiani, tema che approfondiremo in seguito.
La stoltezza giovanile
Il Bagatto è la giovinezza, quella che l’I-ching chiama la stoltezza giovanile:
“la stoltezza giovanile”! Stoltezza giovanile – dice – ha riuscita, nessuna macchia.
Con stoltezza giovanile l’I-Ching intende l’inesperienza. Il Bagatto rappresenta perciò il nostro talento da affinare e accrescere attraverso l’esperienza dell’Eremita e lo studio della Papessa.
La stoltezza giovanile, ha riuscita perché è talmente piena di entusiasmo da non considerare rischi e difficoltà e buttarsi a capofitto nell’impresa; affronta gli ostacoli con la forza e la caparbietà di un toro così da acquisire, con il tempo, anche esperienza e maestria.
Il Bagatto perciò, è la giovinezza che vive e fiorisce in ciascuno di noi, che ci spinge a rinnovarci continuamente, a gettarci in nuove imprese lavorative, artistiche, culturali e anche amorose.
È la giovinezza che non si stanca mai di scoprire fiduciosa nelle proprie abilità, una fiducia che a volte tocca le vette della spavalderia e dell’incoscienza ma senza la quale non potremmo mai sognare di realizzare grandi imprese. Questo immenso potere creativo non è chiuso nella carta come il genio nella lampada, è in realtà dentro di noi, è dentro di te, la carta in realtà, servirà solo ad attivare questo potere.
Come usare la carta del Bagatto
Esistono molti modi per attivare e usare il potere dei Tarocchi, uno di questi è fare questa semplice meditazione giornaliera.
Al mattino, appena alzati, visualizzate la carta del Bagatto nel vostro petto, all’altezza del plesso solare, osservate la carta splendere, il suo splendore s’irradia fino a voi e vi avvolge. Man mano che venite avvolti dai raggi il Bagatto cresce fino a raggiungere le vostre stesse dimensioni, a questo punto si sovrappone, voi siete il Bagatto, le vostre attitudini, le vostre abilità, le vostre caratteristiche sono un potenziale splendente che illuminerà il mondo. Lasciatevi andare a quella luce, abbandonatevi all’ammirazione di tutto ciò che vi distingue dal resto del mondo, godete del suo splendore fino a sentirvene entusiasti, carichi.
Ponete la carta del Bagatto in un posto per voi facilmente visibile per tutta la giornata in modo tale che possiate facilmente assorbire l’energia di questa carta e usarla come carburante per la vostra voglia di fare.
Nec spe, nec metu
Irene
Eccellente
Grazie