Intervista a Valeria Menozzi

Care lettrici e cari lettori de I Tarocchi di Bimbasperduta, quest’anno l’esplorazione del mondo della cartomanzia ci porterà a conoscere autori, cartomanti tarologi, artisti, collezionisti e molto altro per conoscere sempre più da vicino lo straordinario mondo che ruota attorno ai Tarocchi. Scopriremo modi differenti di leggerli e interpretarli, come nasce un mazzo di Tarocchi, chi sono le persone che organizzano i festival dove possiamo farceli leggere e quali sono gli autori più interessanti e i libri che hanno scritto.

Proprio dagli autori voglio iniziare il mio ciclo di interviste, precisamente oggi incontriamo Valeria Menozzi, una giovane scrittrice modenese che oggi vive in Sardegna con suo marito, i figli e il loro amato gatto, Grisù. Valeria nasce a Modena nel 1974. Laureata in Storia Orientale, e antiquaria nella bottega di famiglia, fin da bambina si interessa di religioni, mitologie, testi sacri e fiabe popolari. Al Liceo incontra i Tarocchi, che studia e utilizza come strumento di introspezione psicologica e conoscenza del Sé, piuttosto che come mezzo divinatorio. Esordisce nel 2014 con “L’impero di Tarot”, il primo libro di una saga incentrata sui Tarocchi. Oggi Valeria è al suo terzo romanzo ed è qui per parlarci di sé e della sua ultima creatura: “I Delitti della Rua Frati“.

– Cara Valeria, ben venuta e grazie per avermi concesso questa intervista, il tuo esordio letterario avviene con una trilogia Fantasy, Il Libro più Magico del Mondo, una saga incentrata sui Tarocchi mentre il tuo ultimo libro è un giallo esoterico. Cosa ti ha spinto verso questo genere letterario?

Cara Irene, innanzitutto grazie per questa intervista. Ti considero una delle più grandi esperte italiane di tarocchi, il tuo blog è mitico per gli amanti del settore e l’attenzione che mi riservi mi onora moltissimo, ci tenevo a dirtelo.

– Ti ringrazio, sono sinceramente gongolante e imbarazzata al tempo stesso. Ok, momento gongolo passato, occupiamoci dell’intervista.

Sì, veniamo alla domanda. Il mio esordio letterario è avvenuto per caso: il primo libro della saga, intitolato “l’impero di Tarot”, l’ho scritto nel 2013 per i miei due figli che all’epoca erano piccoli. Siccome leggevo loro delle fiabe prima di andare a nanna e li facevo giocare coi miei tarocchi, ho pensato che sarebbe stato divertente creare una storia tutta per loro, coi personaggi delle carte come protagonisti e con la trama basata su un lancio di arcani maggiori. Quando ho terminato e letto la fiaba a Mattia e Leonardo, sono stati proprio loro a chiedermi di raccontarla anche ad altri bambini. Era il due di febbraio del 2014, giorno dedicato alla dea Brigid, patrona dell’ispirazione artistica e proprio quel giorno ho visto la pubblicità della casa editrice Brigantia (altro nome di Brigid). L’ho preso come un segnale del destino, così ho spedito la fiaba alla casa editrice, pur non pensando che mi avrebbe realmente presa in considerazione. Invece non solo a Brigantia la mia prima storia è piaciuta, ma mi ha addirittura proposto di sceneggiare un mazzo di tarocchi ad essa ispirata e scrivere il seguito!
ruaFratiCopertinaAll’impero di Tarot sono seguiti “il Trionfo della Giustizia” edito nel 2016, che è stato scelto per essere presentato al salone del libro di Torino, e “il Segreto della Stella” che verrà pubblicato prossimamente. Ogni libro ha uno stile narrativo sempre più complesso perché la trilogia si prefigge di crescere insieme ai ragazzi e al loro livello di maturazione. Così se i primi due libri sono fiabe vere e proprie, il terzo libro è un romanzo per ragazzi, in cui i protagonisti diventano più introspettivi, la trama si infittisce e i temi si fanno più profondi ed esoterici.
Frequentemente però si tende a pensare che la letteratura per ragazzi sia un genere “minore”, che sia facile da scrivere e così, come spesso mi accade, sono entrata in sfida con me stessa. Mi sono detta: e se provassi a scrivere qualcosa per adulti, con stile narrativo e intreccio più complessi? Se tirassi fuori la Valeria più occulta e dark e mi togliessi lo sfizio di assassinare qualcuno? E così ho scritto “i delitti della Rua Frati”.

– Ecco adesso nella mia lista dei desideri si è aggiunto anche il “Trionfo della Giustizia” (L’impero di Tarot l’ho letto tutto d’un fiato) in attesa del terzo capitolo della saga. Comunque sai quale altra scrittrice Fantasy ha fatto un percorso simile al tuo? J.K. Rowling, finita la saga di Harry Potter ha scritto un giallo per adulti che agli adulti è piaciuto meno del Fantasy che avevano letto ai loro figli. Ti auguro il successo della Rowling, ma con tutte le tue pubblicazioni, non solo con la saga.
Comunque torniamo a fare le persone serie e seriose, se no dicono che ci meritiamo di leggere e scrivere solo fantasy per ragazzi (risata maliziosa) Mentre preparavo l’intervista ho fatto qualche piccola ricerca, ho spulciato la pagina Facebook “I Delitti di Rua Frati”, ho scandagliato le librerie on-line che lo vendono ma ho trovato unicamente brevi stralci che fanno però intravedere un’atmosfera molto noir e pare che l’indagine condotta nel presente riguardi la Modena antica, è così?

Proprio così. Il libro si svolge a Modena, la città in cui sono nata e da cui mi sono allontanata undici anni fa. Città che, ovviamente, ogni tanto mi manca, anche se sto bene in Sardegna.
Come molte città d’Italia, Modena vanta una storia antichissima e racchiude molti misteri e leggende. Non solo. Devi sapere che ho lavorato per tanti anni in centro storico, in rua dei Frati Minori 42, in una bottega antiquaria che, a detta di molti, era affascinante e un po’ magica. Un giorno un amico mi ha mandato la foto del negozio: è rimasto tale e quale a come l’ho lasciato, sulla vetrina c’è ancora scritto il mio nome, sembra che il tempo, da quelle parti, non sia trascorso. Così sono affiorati ricordi e sono riemersi i fantasmi del mio passato (come dico nel prologo del libro). Ecco, è stato in quel momento che ho deciso di fare la pace con loro e celebrarli attraverso questo romanzo decisamente autobiografico.

– Fantastico, mi stai incuriosendo sempre più, giuro, e questo spiega in parte un altro mistero: nella pagina Facebook dedicata al libro hai pubblicato la foto di un uomo, Mauro Menozzi, che, secondo la didascalia, ha ispirato il personaggio di Mario Martinozzi. Ci parli di entrambi? Mauro e Mario.

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Mauro Menozzi, zio di Valeria che ha ispirato il personaggio di Mario Martinozzi

Come ti dicevo, “I delitti” è un romanzo autobiografico. Come Virginia Martinozzi, la protagonista del libro, ho ereditato il negozio di antichità da mio zio Mauro Menozzi. Mauro è morto nello stesso agghiacciante modo in cui è morto Mario nel libro e come il personaggio a lui ispirato, era un uomo colto, con spiccati interessi esoterici. E proprio come Virginia ho avuto modo di conoscerlo davvero solo dopo la sua morte, attraverso gli oggetti e i libri che mi ha lasciato. Nel libro ho lavorato molto di fantasia, ovvio, ma posso affermare che se oggi nutro determinati interessi e ho affinato un certo tipo di inusuale cultura, lo devo anche a mio zio. Per questo gli ho dedicato il libro.

– Adoro queste cose, sono inguaribilmente romantica. Un’altra mia grande curiosità è il numero XVIII che appare in cifre romane appena sotto il tuo nome, in copertina, a cosa si riferisce? Alla Carta della Luna? E perché?

Eheheh, me lo hanno chiesto in molti e immaginavo che tu te ne saresti accorta…sì, la copertina si riferisce proprio alla carta della Luna! In realtà non posso dirti molto, primo perché rovinerei la sorpresa ai lettori, secondo perché se no l’editrice mi scaglia un anatema. Quello che posso svelarti è che anche in questo libro compaiono i tarocchi (anche se in modo diverso dalla saga per ragazzi) e che la copertina fa riferimento a un momento molto “noir” della trama, in cui si cita l’arcano XVIII appunto, che come tu ben sai può avere una connotazione decisamente oscura.

– È vero che quando scrivi un libro ami immergerti completamente in esso, nella sua trama, nelle sue atmosfere?

Quando scrivo la mia mente è totalmente immersa nella trama. È come se la mia anima fosse da un’altra parte, come in una sorta di viaggio sciamanico. Quando ho scritto questo libro ero fisicamente in Sardegna, ma spiritualmente in Emilia. Per seguire le avventure di Virginia, che compie un vero e proprio Mystery tour tra le vie di Modena, ho navigato con Google Earth. Praticamente è stato come compiere un viaggio astrale sulla città col satellite.

– Che impatto ha nella tua vita?

Ovviamente forte. Penso che tutti gli scrittori siano completamente assorbiti da ciò che scrivono, mentre lo fanno, e che a tutti riesca difficile passare repentinamente dal mondo della fantasia a quello della realtà. Gli scrittori ricchi e famosi, tipo Gamberale o Mazzantini per intenderci, si possono permettere di lasciare casa, famiglia e lavoro per ritirarsi su un’isola o in un eremo e dedicarsi anima e corpo alla loro opera. Per quelli come me questo non è possibile. Io devo occuparmi della vita di tutti i giorni, ci mancherebbe! Così mi ritaglio spazi per la scrittura tra un dovere e l’altro: a volte può capitare che scriva in bagno, mentre aspetto il mio turno alle poste o in macchina prima che i ragazzi escano dalla palestra. Inutile negare che a volte combino dei pasticci, brucio il pranzo o dimentico di fare il bucato…il mio compagno e i miei figli, quando scrivo, portano una gran pazienza poveretti!

– Quando hai scritto “L’Impero di Tarot” ti sei ispirata, per formarne la trama, al Castello dei Destini incrociati di Calvino, quale autore o autrice di gialli ti ha fatto da mentore in questo caso?

In realtà, quando ho scritto “L’Impero di Tarot” non mi ricordavo affatto del libro di Calvino, me lo ha fatto notare una delle mie prime lettrici che anche io avevo usato i tarocchi per creare la trama e devo dire che il paragone col grande scrittore mi ha lusingata non poco. Solo che lui faceva dei lanci “intrecciati” con gli arcani per ricavare le trame, io ho effettuato lanci “lineari”. Nel primo libro ho utilizzato solo gli arcani maggiori, nel secondo ho aggiunto le carte di corte (fanti, re, regine…) nel terzo gli arcani minori. E poi, ripeto, “il Libro più magico del Mondo” è una saga per ragazzi, anche se ha dei significati esoterici intuibili dagli adulti.

Per “i delitti della Rua Frati” invece, come si intuisce dal titolo, ho voluto deliberatamente omaggiare “i Delitti della Rue Morgue” di E.A Poe, autore che ho amato fin da ragazzina e di cui parlo anche nel libro, anche se lo scrittore più citato è il noto spiritista e parapsicologo Allan Kardek…ma stop, non ti dico altro, i riferimenti li scoprirai solo leggendo.

– Tornando alle atmosfere del romanzo che porti con te, quali emozioni ha suscitato in te questo lavoro?

Scrivere questo romanzo per me è stato un lavoro assolutamente catartico, mi ha dato la possibilità di rappacificarmi col mio passato, di metabolizzare e riportare a galla ciò che credevo ormai sepolto, di trasformare ciò che credevo finito, di integrare delle parti di me che ancora non accettavo. Inoltre mi ha permesso di togliermi qualche sassolino dalle scarpe e per questo è stato anche mooolto liberatorio!

– Se cinque anni fa, un anno prima che L’Impero di Tarot fosse pubblicato ti avessero detto che presto saresti diventata una scrittrice cosa avresti risposto?

E chi ci avrebbe mai pensato prima? Anche adesso stento a crederci. Pensa, a me è sempre piaciuto scrivere, ma una professoressa del liceo, che oggi non c’è più e che all’epoca lodava tutte tranne me, un giorno mi disse: -Menozzi, tu non diventerai MAI una scrittrice-. Pensavo di essere una schiappa, in realtà poi ho scoperto che non leggeva i miei temi perché ho una grafia orribile e lei faceva fatica decifrarla, così mi dava sempre sei, a prescindere…ah se solo avessi potuto usare il pc allora, forse la mia autostima non sarebbe stata intaccata! Ma ho imparato una grande lezione: non bisogna MAI dire MAI. Queste tre letterine, M, A e I, messe insieme, formano un potentissimo incantesimo, per cui attenzione: se qualcuno vi dice che MAI una cosa accadrà, state pur certi che avverrà quasi sicuramente il contrario.

Nec spe nec metu e ricordate di regalare e regalarvi I Delitti della Rua Frati per Natale.

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