Se la Forza fosse un santo sarebbe…
San Giorgio contro il Drago
Questo è il primo accostamento che viene in mente quando si pensa alla carta, feci quest’accostamento anch’io, diversi anni fa, nel condividere un’immagine di San Giorgio e il drago sulla pagina facebook, per la festa di Lugh. Tuttavia, la riflessione che fa Giuseppe di Chiara sul suo blog “I Tarocchi Napoletani”, è così interessante che ho voluto riportarla per intero:
La leggenda aurea di San Giorgio e il Drago a due teste, liberamente tratta ed elaborata in napoletano come uno scenario per rappresentazione di pupi napoletani o siciliani e di teatro di figura, serve a raffigurare l’arcano in questione. Le energie pur se distruttive, possono essere cambiate di segno ed utilizzate per una finalità più alta. Solo mangiando la carne del drago san Giorgio può prendere dentro di sé quelle virtù che lo renderanno il perfetto cavaliere cristiano. Se però il fuoco di drago non lo divora è solo perché esso è cambiato di segno grazie all’acqua del battesimo. Come ogni leggenda che si rispetti anche questa di san Giorgio ha un profondo legame storico con l’epoca in cui è stata rielaborata. San Giorgio vive sotto l’imperatore Diocleziano. È questo il periodo della feroce persecuzione contro i cristiani, che non risparmia neppure san Giorgio al quale mai egli pensa di sottrarvisi.Articolo tratto dal blog: I Tarocchi Napoletani, La Forza.
Oppure San Francesco e il Lupo
Ho scoperto di recente che la leggenda è meno conosciuta di quel che immaginassi, così la narro qui per completezza.
Dopo la sua conversione, frate Francesco trascorse un lungo periodo della sua peregrinando a piedi per l’Italia con il fine di predicare la buona novella. Giunto a Gubbio apprese con dolore che gli abitanti del paese erano molto spaventati e arrabbiati a causa di un lupo dall’insaziabile ferocia che uccideva non solo le pecore, le galline e le altre bestie, ma anche donne e bambini e parimenti attaccava gli uomini e ne faceva brandelli. Stanchi, gli abitanti, avevano deciso perciò di andare a caccia del lupo e di ucciderlo ma Francesco ne ebbe compassione,
Vi prego, disse, non uccidete il lupo, egli è pur sempre una creatura di Dio. Gli parlerò io, e vedrete che non vi sarà bisogno d’ucciderlo
Gli abitanti cercarono di persuaderlo, il lupo sbranava chiunque si parasse sulla sua strada, non lasciava scampo, l’unico modo di risolvere il problema era uccidere prima di essere uccisi. Francesco aveva qualcosa che a loro mancava: la Fede in Dio e un amore sconfinato verso tutte le creature. S’incamminò verso la tana del lupo e quando lo vide da lontano si fermò, si fece il segno della croce per chiamare l’aiuto di Dio e poi disse:
Amico lupo, perché sei così arrabbiato? Perché fai del male agli abitanti del paese? Non sai di essere anche tu una creatura di Dio e che egli ti ama? Sii buono con gli abitanti, smetti di aggredirli e anche loro saranno buoni con te, si prenderanno cura di te, e ti ameranno.
Il lupo, abbassò le orecchie, prese a scodinzolare e si avvicinò al frate che, chinatosi leggermente, lo abbracciò. Poi insieme fecero ritorno a Gubbio i cui abitanti furono talmente sorpresi dalla trasformazione del lupo da gridare al miracolo! Come aveva promesso Francesco, il lupo fu docile e fedele al villaggio fino alla fine dei suoi giorni e gli abitanti lo ricambiarono con altrettanto amore e attenzione ben oltre la sua vita. Infatti, a distanza di secoli, un abitante di Gubbio, il professor Roberto Bellucci ha realizzato una statua che rappresenta Francesco e il Lupo per rinnovare il miracolo della rabbia trasformata in forza dell’amore.
Vera o no, questa storia è, appunto, il paradigma dell’energia vitale che, privata dell’amore, diviene distruttiva (il lupo che uccide e divora) e che grazie all’amore e alla fede si trasforma in forza generatrice e costruttiva. Il lupo di Gubbio è la bestia, l’energia primordiale che è in ciascuno di noi e che dobbiamo ammansire attraverso l’amore perché ci sia di vero aiuto. Questo, infine, il significato della Forza della dei Tarocchi e del suo leone: vi sono dentro di noi due lupi in lotta fra loro, l’uno è docile e mansueto, l’altro feroce e arrabbiato. Vincerà il lupo che decideremo di nutrire.
Che la Forza sia con voi anche oggi viandanti,
Un abbraccio di Luce
Irene
Nec spe nec metu
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