Chi è il cartomante

CartomanteLavoroGrande
Cartomante al lavoro. Incisione tratta dal libro La cartomanzia di L.M. Halbou 1790

Una delle prime cose che dobbiamo stabilire quando ci avviciniamo alla Cartomanzia è come debba essere un buon cartomante, quale sia il modello cui dovremmo rifarci.

Un cartomante è semplicemente una persona come tutte le altre, non ha caratteristiche fisiche specifiche, non veste in un modo particolare né aderisce ad un tipo preciso di culto o filosofia e tuttavia egli è una persona non comune: un cartomante è molte cose insieme.

Tanto per cominciare poiché pratica la divinazione egli s’interfaccia con il sacro dunque è in qualche modo un sacerdote è il medium, il mezzo attraverso cui il divino si manifesta all’umanità. Ovviamente la pratica della divinazione implica sensitività, intuito, cura della spiritualità. Bisogna ricordare che in natura tutto è analogia e il simile attrae il simile. Ciascuno di noi attrae le «divinità» o «energie» affini alla sua spiritualità.

Chi si rivolge ad un cartomante ha spesso dei problemi, non necessariamente gravi ma come non si cerca da mangiare se non si ha almeno appetito così non si cerca un cartomante se non si ha nulla da chiedergli. I problemi del consultante possono essere delle nature più disparate e che coinvolgono non solo la sua sfera affettiva, finanziariafisica ma anche psicologica, sentimentale ecc. Inoltre, un crollo finanziario ha certamente risvolti psicologici e affettivi in chi ne è vittima/protagonista, così come una separazione di amanti ha dei risvolti finanziari e psicologici oltre che sentimentali.

Un buon cartomante deve avere la sensibilità di comprendere questi risvolti e la capacità di aiutare il consultante (colui o colei che richiede il consulto) a farvi fronte. Da questo punto di vista egli è tanto amico e fratello del consultante quanto psicologo.

Ovviamente quando dico psicologo non intendo che abbia una laurea in psicologia né che egli sostituisca il lavoro dello psicologo. Quando parlo di psiche mi riferisco alla ψυχη greca, quindi alla comprensione dell’anima. Compito del cartomante è aiutare le persone a raggiungere una maggiore consapevolezza di se e della propria vita così che possano loro stesse trovare soluzione ai propri problemi.
A tutti noi è capitato nella vita di affrontare periodi bui nei quali abbiamo pensato di non farcela. In quei momenti non abbiamo bisogno di qualcuno che giudichi ma di qualcuno che ci comprenda e ci ami. In questo senso dobbiamo cercare in noi amore nei confronti di chi ci chiede un consulto, avere la capacità di vedere in lui nostro fratello, nostra madre o il nostro migliore amico.

In sintesi il cartomante è una persona dalla mente aperta, che coltiva in se conoscenzacompassione, allena lo spirito cercando di mantenersi umile e, per di più ha sviluppato la capacità, seppur momentaneamente, di andare oltre la comune ragione e guardare le cose da una prospettiva più aperta, libera da pregiudizi, nozioni e limiti e, in questa condizione che chiameremo «stato alpha» o «mania», in un modo del tutto arcano, riesce a trarre dall’insieme delle carte cadute sul tappeto un responso miracolosamente sensato.

Ora però non fatevi spaventare, chiunque può essere un bravo cartomante è solo una questione di allenamento.

Certo, alcuni obietteranno che bisogna nascere con il dono e che solo alcune persone speciali lo ottengono ma non lasciatevi abbattere.

Il fatto che non tutti possano diventare Beethoven non vuol dire che chiunque non possa imparare a suonare bene il piano.

Lo scopo non è diventare Beethoven, lo scopo è suonare una bella musica. Lo scopo di un cartomante non è ricevere un riconoscimento dal mondo esterno, egli si prefigge di conoscere se stesso. Le Carte non ci chiamano per fini egoici ma solo per guidarci ad una spiritualità più alta.

Nec spe, nec metu
Bimbasperduta

Tratto da: Introduzione alla Cartomanzia del sito Cronache Esoteriche

4 risposte a “Chi è il cartomante”

  1. Ciao Bimbaperduta,
    i miei complimenti, davvero un ottimo articolo che offre molteplici spunti di riflessione.
    “Nosce te ipsum”, concordo in pieno.
    Questo è il vero nobile scopo di ogni autentica Arte Esoterica.
    Grazie Infinite
    MdC

    1. Carissimo Marchese,
      come sempre lei è delicato e pieno di premure. Grazie di cuore.

  2. Buongiorno gentile Irene,
    sono un pò imbranata in fatto di siti, non so mai in quale stanza andare e puntualmenbte sbaglio stanza, magari prendo l’ascensore che non mi porta dove vorrei e dovo tornare indietro!
    Ma il tempo non mi aspetta, oppure si! mi aspetta per vedere se approdo al posto giusto.
    Ecco, vorrei esprimere e condividere qui il motivo per cui voglio imparare a leggere i Tarocchi.
    Perché voglio imparare a leggere i Tarocchi?
    Leggere i Tarocchi, è il coraggio di vedere in noi stessi, nel bene e nel male, ossia conoscere i nostri pregi e i nostri difetti.
    Ci sono alcuni Arcani, che temiamo, alcuni invece che amiamo o ne abbiamo simpatia e altri che ci ispirano tranquillità e serenità.
    Gli Arcani che temiamo contengono le nostre paure e le nostre incapacità.
    Forse non è sufficiente il coraggio di guardarsi dentro.
    I Tarocchi mi riportano a mantenere e conservare i “segreti” (le confidenze che ricevo), mi insegnano ogni volta ad ascoltare nel vero senso della parola e mi ricordano sempre di mantenere il rispetto e la discrezione.
    Non mi interessa dimostrare di saper leggere le carte, mi interessa saper capire e interpretare un Arcano che cade sul tavolo,nel limite delle mie possibilità e capacità.
    Grazie.

  3. Carissima Angy,
    il tuo commento è bellissimo e commovente, spero che molte persone ne saranno ispirate, grazie per averlo condiviso.

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