Oggi voglio parlarvi di un mazzo storico molto bello ed importante ma poco conosciuto, si tratta delle “Minchiate Fiorentine” un particolare tipo di Tarocchi, apparso a Firenze e dintorni nella seconda metà del Quattrocento.
Non si conosce la data precisa della loro comparsa, la loro storia è avvolta dal mistero, a partire, come per i tarocchi, dal loro stesso nome.
Qualcuno sostiene che il nome del mazzo derivi da “sminchiare“, verbo usato dai giocatori in particolari situazioni. Secondo altri, invece, il nome “Minchiate” si riferisce al membro virile, volgarmente “minchia”, ricalcando, quindi, il gioco di parole presente anche nel nome Tarocchi (v. Articolo Il nome dei Tarocchi).
Sebbene non si abbiano notizie di mazzi quattrocenteschi due documenti portano a pensare che la loro diffuzione sia cominciata a metà del XV secolo per giungere il proprio acme nel Cinquecento. I due documenti sono la misteriosa copia di una lettera indirizzata dal poeta Luigi Pulci a Lorenzo il Magnifico, suo grande amico. Nel documento il poeta rimpiange le partite a Minchiate, a Sbaraglino e Passadieci, giocate insieme al Signore di Firenze. La lettera è del 1466, non costituisce una vera e propria prova dell’esistenza del mazzo, in quanto il termine Minchiate, potrebbe riferirsi benissimo ad un gioco praticato con carte comuni. Una prova più evidente dell’esistenza delle Minchiate a partire dal 1460 circa è data da tre stampe custodite alla National Gallery of Art di Washington chiamati “Fogli Rosenwald“, altrimenti conosciuti come “proto-minchiate“. I tre fogli sono in bianco in nero e contengono ciascuno una serie di 24 figure molto somiglianti a quelle delle “minchiate”.
Tuttavia, i documenti sono ancora troppo pochi per porre la parola fine alle ricerche, non vi sono pareri unanimi e certi riguardo il loro nome, la provenienza e l’origine.
Difatti ancora non è chiaro se le carte fossero stampate a Firenze, come suggerisce il nome, oppure a Bologna come accadeva per molti tarocchi usati in Italia all’epoca.
Se fino al XV secolo si poco o niente circa la nascita e la storia del mazzo, il Cinquecento si rivela, invece, un secolo prolifero e chiacchierino ricco di documenti che ci chiariscono come il gioco legato alle Minchiate Fiorentine nasca tra il 1526 e il 1538, in seguito all’ampliamento del mazzo di Tarocchi che veniva portato da 78 carte a 97.
Inoltre molti documenti e registri dell’epoca attestano la larga diffusione delle Minchiate non solo in tutta la nostra penisola ma anche all’estero, in particolare Francia e Germania. Infine, grazie al dizionario Italiano-Inglese di John Florio “A World if Wordes” (1598) apprendiamo che il termine Minchiate era spesso sostiuto con il termine “Germini“, dandoci così l’opportunità di rintracciare il mazzo fiorentino anche in tutti quei documenti che riportano tale nome. Raggiunta la massina diffusione agli inizi del ‘600 le Minchiate cominciarono gradualmente a declinare fino ad uscire di produzione. Le ultime due case che le hanno prodotte sono la ditta Salesio di Genova, la cui produzione e vendita di Minchiate è giunta fino ai primi anni del ‘900 e la ditta Piatnik, di Vienna che continuò a vendere Minchiate fino al 1940.
Oggi, il mazzo è prodotto industrialmente da “Lo Scarabeo” che ha realizzato un confanetto con mazzo e libro, mentre esiste una pregiata versione artigianale prodotta da “Il Meneghello” di Milano.
Ma com’è fatto un mazzo di Minchiate? In cosa differisce da un normale mazzo di Tarocchi? E’ presto detto.
Il mazzo delle Minchiate non è molto differente da uno di Tarocchi, tuttavia, anzicché 21 Trionfi il mazzo delle Minchiate possiede ben 41 Arcani maggiori, poiché agli arcani classici sono stati aggiunti:
– i 12 segni zodicali,
– i 4 elementi (Terra, Acqua, Aria, Fuoco)
– le 3 virtù teologali (Fede, Speranza e Carità)
– la figura della Prudenza.
Inoltre, sono state eliminate le prime 6 carte degli Arcani Maggiori classici, (dal Bagatto agli Amanti) e sostituite con 5 papi.
Il prossimo mese approfondiremo la conoscenza di questo affascinante mazzo del quale descriverò in dettaglio i significati divinatori.
Possiate volare sulle ali di Thot, che il Sacro Babbuino vi doni la sua sapienza e la sua scienza, nec spe, nec metu
Bimbasperduta
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